1946 il voto delle donne

87 Prima tappa: Roma, Casa Internazionale delle Donne Un luogo e un progetto, La Casa Internazionale delle Donne di Francesca Koch, Presidente APS Casa internazionale delle donne. La Casa internazionale delle donne è un luogo e un progetto in progress che ha per matrice la ‘politica dei luoghi’ teorizzata e perseguita da una parte del movimento femminista negli anni Settanta-Ottanta del Novecento e che a Roma si è realizzata prima nel Governo Vecchio (Palazzo Nardini) poi, a seguito di un patto tra donne fuori e dentro le istituzioni, nel complesso dell’ex Buon Pastore alla Lungara*. La trasformazione, nel 2010, del Consorzio in Associazione di Promozione Sociale (APS), ha potenziato e rilanciato l’identità politica della Casa, luogo e sintesi del movimento femminista romano e spazio aperto a nuove soggettività, a ponte tra movimento e istituzione, tra agire politico e offerta di servizi, che mette in atto una pratica e una rappresentanza inedita sia a livello locale che nazionale e internazionale. La Casa internazionale delle donne continua ad essere un progetto in progress e un luogo aperto alle donne residenti in Italia, in transito e straniere; un luogo speciale di scambio d’informazione, di cultura e d’aggregazione; un laboratorio unico nel suo genere che vede sempre più premiate le sue caratteristiche con l’aumento costante della presenza delle/ dei cittadine/i e delle istituzioni, del numero e della qualità degli eventi che accoglie. Negli anni abbiamo lavorato affinché la Casa internazionale fosse (e fosse percepita), come un luogo in rete con altri spazi della città, intesi come beni comuni della cittadinanza; del resto, il tema della cittadinanza delle donne, è centrale nella nostra visione politica. Tra i nostri temi resta prioritario quello legato all’autodeterminazione, alla valorizzazione e promozione del femminile, alle scelte libere sulla salute riproduttiva; l’impegno politico, in ascolto delle nuove istanze della società, riguarda il contrasto al sessismo e al razzismo, istituzionale e popolare; l’accoglienza e il sostegno alle donne in difficoltà e/o vittime di violenza; la legalità, contro le mafie e la criminalità organizzata; la giustizia ambientale, in relazione con i nuovi movimenti; una nuova visione della città e dell’organizzazione urbana; la cooperazione internazionale; l’attenzione e il sostegno alla produzione artistica e culturale femminile. Il magnifico scenario della Casa internazionale è abitato da eventi vari e di grande spessore che la rendono un fulcro e un centro propulsore di cultura di genere. Testimonianze (raccolte da settembre 2015 a maggio 2016, varie fonti) Giulia Batella (Orvieto, 25 giugno 1921) Il 2 giugno 1946 avevo 25 anni. Ricordo perfettamente il voto del referendum Che sensazione ho avuto alla caduta della dittatura fascista? Nessuna. Allora avevo la residenza a Roma. Sono andata a votare come se fosse una gita. Non ho mai sentito la politica come una cosa importante. Ho sempre preso il mondo com’è venuto. Al referendum ho votato per la Monarchia; da piccola, mi parlavano della regina e mi piaceva! Avevo anche fatto dei bottoni con i centesimi, quelli con la faccia del re li avevo fatti bucare e li avevo usati! • Fonte FILDIS: Carlo Carpinelli, di Orvieto, riporta le parole della sorella di Giulia, Maria Batella (1920): «Non mi ricordo di aver provato particolari sentimenti Ho votato come mi ha detto il mi’ marito» Assunta Belladonna Mogini (Perugia, 4 luglio 1922) ì Ero iscritta all’UDI e ho partecipato alla campagna pro,voto. Sugli organi di stampa se ne parlava ovunque. È una storia che merita di essere raccontata, di cui si deve parlare. Si arrivò finalmente ad un traguardo che oggi sembra elementare ma che costò a molte donne, in prima linea nella battaglia, sacrifici personali, accuse e persino violenze. Del 2 giugno ricordo che ero entusiasta ed orgogliosa di poter pronunciare la mia preferenza. Ero molto emozionata! Ho votato a Piedicole (comune di Collazzone), ero sposata e insegnavo. • Fonte Redazione: la figlia, Fabrizia Mogini. 1a tappa: Casa Internazionale delle Donne

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