1946 il voto delle donne

Storia del Complesso dell’ex Buon Pastore, oggi Casa Internazionale delle Donne L’edificio alla Lungara, da sempre abitato da comunità femminili religiose e laiche, iniziò la sua storia plurisecolare come primo reclusorio-modello per laiche aperto dai carmelitani scalzi (Domenico di Gesù Maria), a Roma, capitale del nuovo Stato della Chiesa, su richiesta di nobildonne impegnate nella beneficenza, nell’ambito delle politiche controriformiste rivolte alle donne. Ospizio della S. Croce per Pentite (1615), Monastero della S. Croce delle Agostiniane Convertite Riformate (1640/50-1802), Reclusorio della S. Croce del Collegio dei Parroci (1802-1837), il luogo rimase infimo e malfamato, con reclusioni d’incerta durata da parte del Collegio, del Tribunale del Cardinale Vicario e dalle famiglie. Le recluse non decidevano del loro destino, eventualmente matrimoniale o monastico, né il Comitato di Dame che lo gestì nelle prime decadi dell’800 era adeguato a un posto che era anche transito per/da Santa Maria della Pietà (manicomio). La gestione passò nel 1838 all’ordine di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore fondato da Suor Maria di S. Eufrasia Pellettier, dopo la Rivoluzione Francese, per convertire le donne all’osservanza cattolica. I metodi reclusivi-educativi sperimentati alla Lungara determinarono il successo dell’ordine, in pochi decenni decenni diffuso su scala mondiale e specializzato in tutti i tipi di reclusione, statuale e privata. La Fondatrice, santificata nel 1930, fu una delle massime esponenti della Restaurazione e la maggiore (per numero di fondazioni, in vita), della storia della Chiesa. La sua Regola delle Maddalene (silenzio, preghiera, lavoro obbligatorio i cui proventi andavano all’ordine), fu applicato anche sulle recluse laiche. L’apertura del carcere femminile giudiziario, per reati “di moralità e fede” (1854-1869) nell’ala costruita da Vespignani per Pio IX rese il polifunzionale complesso uno dei più grandi e popolati dello Stato della Chiesa (carcere, monastero, educandato, scuola, pensionato, sede di molte Congregazioni, interagenti con l’ordine principale, create dalla Fondatrice). Indirizzi paramonastici e gestione monastica non cambiarono con all’arrivo Regno d’Italia e si mantennero anche quando il penitenziario fu spostato a Regina Coeli (1895) e l’ala seicentesca fu (formalmente) gestita da Opere Pie (per le Leggi sulla Beneficenza); la situazione rimase immutata col passaggio alla Repubblica e al suo Osservatorio Minorile, finchè, nel 1983, avvenne il cambio tra Governo Vecchio, prima sede del movimento femminista a Roma, ed ex Buon Pastore. Il positivo patto tra donne che l’aveva ottenuto, proseguì nel tempo, sostenendo il progetto della Casa internazionale delle donne fino a quando fu realizzato attraverso una Commissione comunale (presieduta da Pasqualina Napoletano, 1999) seguita da atti certi che permisero i restauri e affidarono la gestione al Consorzio Casa internazionale delle donne e, dal 2010, all’omonima As Prima fonte: Fiorensoli Maria Paola, La città della dea Perenna Esperienze di donne tra consenso e autodeterminazione in Via della Lungara n 19 e dintorni, Anomaly Press (Usa), 1995. Casa internazionale delle donne a Roma, Realtà, aspirazioni, prospettive, ricerca coordinata da Gioia Longo, Ed. InnoWazione, 2000. Info: www.casainternazionaledelledonne.org; via della Lungara 19 – 00165 Roma; tel. 06.68401720; e-mail: segreteria@casainternazionaledelledonne.org

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