1946 il voto delle donne

127 Ottava tappa: Corciano A sua volta, il Comitato tecnico (Fiorenza Taricone, Gabriella Anselmi e chi scrive) ha descritto origini, esperienze e percorsi della Mostra che nel cuore del borgo medievale di Corciano offre un itinerario internazionale (ex chiesa) con attiguo Spazio infanzia e uno nazionale (cripta e adiacenze), entrambi per l’occasione ampliati con contributi su Adele Bei, sul suffragio femminile nel mondo, manifesti, altro. Anticipando i ringraziamenti a chi, come già annunciato, arricchirà ulteriormente la Mostra d’interviste e materiale a tema, raccolte/o in Umbria, ricordiamo che tutto quanto sarà donato alla Mostra entrerà nei Fondi bibliotecari del Paese delle donne in Archivia (Casa Internazionale delle Donne) e nella Biblioteca dell’Area umanistica dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale oltre che nel catalogo previsto per il 2017. Ricordiamo anche che è in uscita l’intervista di Eleonora Polsinelli a Liliana Gragnoli. Prossime iniziative della Mostra a Corciano: 25 aprile, Spazio Infanzia del Progetto Pap-Occhio, metodo innovativo ortottico su supporti d’arte; 1° maggio incontro su Adele Bei, antifascista, prigioniera a Perugia e confinata a Ventotene, Madre costituente, deputata, sindacalista, tra le fondatrici dell’UDI). Non in ultimo, ringraziamo l’Ufficio Stampa (Monica Rosati) del Comune di Corciano. • fonte paese delle donne online 23/4/2017 http://www corcianonline it/2017/04/21/nel-borgo-lottavatappa-della-mostra-itinerante-1946-voto-delle-donne/; http:// umbrianotizieweb it/eventi/10887-dal-23-aprile-al-7-maggio-al-complesso-monumentale-di-sant-antonio-abate; 1° maggio – Sempre nell’antico complesso di S. Antonio Abate a Corciano, nell’ambito della Mostra, il 1° maggio è stato dedicato ad Adele Bei, tra le più significative italiane del Novecento, donna generosa e appassionata che in coerenza con i propri alti ideali ed etiche fin da giovanissima si spese in tutti gli ambiti: familiari, antifascisti, di prigionia (Roma e Perugia) e di confino (Ventotene), partigiani, associativi (UDI), parlamentari PCI) e sindacalisti (CGIL). Nel suo intervento, Barbara Mischianti (delegata CGILUmbria) ha sottolineato come Adele Bei, abbia «sempre portato avanti battaglie e modi di agire, nel sindacato, caratterizzati da una idealità, coraggio e autonomia Lei cominciò a declinare al femminile anche il nome della categoria che guidava e la guidava così d’impeto che riuscì a mettere a rete il movimento delle tabacchine Lo fece tanto bene che sembrò aderente più ad Adele Bei che al sindacato Anche per questo ne fu estromessa» «Di lei», ha aggiunto Mischianti, ringraziando perché l’occasione le ha offerto una rivisitazione di un personaggio alquanto misconosciuto nonostante i meriti, le cariche, gli apporti, «dovremmo fare un esempio per noi stesse; nella vita sindacale e non solo. Lei lottò contro un sindacato escludente in cui ancora oggi, nonostante la norma odierna antidiscriminatoria che permette a tante di esserci, sussistono distanze. Il punto non è dove si arriva ma come si ricopre il ruolo sindacale. Dobbiamo riappropriaci del messaggio che Adele Bei ci ha dato. La frammentazione del mondo del lavoro rischia oggi di isolare nuovamente le donne. C’è una frammentazione dei corpi intermedi; c’è paura nei posti di lavoro e c’è paura di mettersi in contrasto con il mondo del lavoro. Adele Bei ha sempre preso e mantenuto le sue posizioni e non ha temuto il conflitto.» A sua volta, la dott.ra Giovanna Scassellati (UDI nazionale), ha ricordato figure di donne, del PCI e dell’UDI, da rivisitare (es. Elettra Pollastrini, Elsa Damiani di Spello, Anna Lizzi Custodi, quest’ultima una protagonista della politica umbra, la prima a diventare Consigliera di Parità comunale, provinciale e regionale. Anche lei come le altre, costruttrici di pace, libertà e democrazia. «A seguito del voto, quasi 2.000 donne entrarono nella politica istituzionale e in realtà in gran parte erano iscritte al PCI e all’UDI, ma era caratteristica comune dell’antifascismo e dell’inizio della Repubblica, la trasversalità, non c’era troppa rivalità tra donne, ma collaborazione su obiettivi importanti» ha detto Giovanna Scassellati, ricordando che il maggior radicamento dell’UDI in Umbria avvenne nella zona di Terni, una delle più industrializzate. Ha anche sottolineato la necessità di rilanciare l’UDI (oggi Unione delle donne in Italia), in una regione che ha sempre avuto una forte presenza femminile operaia, contadina e nel terziario. «Occorre incrementare le ricerche storiografiche e la divulgazione sul protagonismo delle donne in Umbria prima e dopo la Liberazione» ha detto, aprendo a uno dei principali argomenti del successivo dibattito sui women’s studies, loro finalità e ruolo nella trasmissione, specie transgenerazionale,

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