1946 il voto delle donne

27 Percorsi del suffragismo in Occidente l’invito alla prima convocazione, comparso sul quindicinale “Seneca County Courier”, la vigilia. Alle ore 10.00 di Mercoledì 19 luglio 1948, una folla premeva alle porte della prescelta Cappella wesleyana di Seneca Falls le cui porte, rimase chiuse per per noncuranza o per ostilità, furono spalancate da un professore dello Yale College che si era introdotto nell’edificio da una finestra. Il programma saltò subito. La prima giornata non fu riservata alle donne e a presiedere i lavori fu James Mott, con segretario Frederick Douglass che lesse la Dichiarazione dei diritti e dei Sentimenti di Stanton e Mott, sottoscritta da altre 68 donne e 32 uomini. Con fervida oratoria, Lucretia Mott enumerò le vessazioni subìte dalle donne in ogni tempo e in ogni luogo; chiamò le donne a formare un movimento organizzato, di denuncia e di rivendicazione e che raggiungesse i suoi fini con mezzi pacifici. L’iniziativa, senza sostegni esterni e sovente in rotta con l’associazionismo misto che lottava anch’esso per il suffragio femminile, diventò solidissima, intercettando una sincera aspirazione collettiva alla parità e alla rappresentanza. Stanton ne rivendicò la titolazione al sentimento che rimandava al mondo più intimo e alle forti emozioni del desiderare e lottare per la dignità e la libertà delle donne. Confessò anche l’umiliazione provata, con Mott, quando avevano dovuto cercare i termini politici della Dichiarazione negli scritti maschili e il disagio nel riscontrarli inadeguati. Il successo della Dichiarazione si misura sulle importanti Risoluzioni prese nella prima Convenzione di Seneca Falls, seguita da una seconda nella Cappella Unitariana di Rochester (9 agosto 1848), presieduta da Abigail Bush con vicepresidente Laura Murray e tre Segretarie: Sarah Hallowell, Catharine A.F. Strebbins e Mary H. Hallowell. Nel crescendo di adesioni e iniziative, la terza Convenzione si tenne a Salem (1849), e rimase fedele alla piattaforma iniziale solo per l’intransigenza di Elizabeth Stanton che impedì mediazioni e/o ritardi o rinunce alla rivendicazione del voto. La Dichiarazione riflesse il Movimento per i diritti civili e politici della donna contiguo ma non confluente in quello d’emancipazione dei neri, entrambi giovandosi di doppie militanze e della visibilità che circondò la candidatura di Victoria Woodhull e Frederick Douglass alla Presidenza degli Stati Uniti d’America con il Partito per l’uguaglianza dei diritti (1872). Accusato di sostenere il suffragismo e le femministe liberali, Douglass rispose: «mi assocerei con chiunque per fare la cosa giusta e con nessuno per farne una sbagliata.» La Dichiarazione offre spunti ancora attuali come la messa al centro della donna, il non definirla nelle relazioni (figlia, moglie, madre), ma come persona con diritti di voto e di testimonianza nei processi; cosa che le Francesi avevano ottenuto (e poi perso) il 25 settembre 1792 e che le donne dell’Unione conquistarono molte dopo. L’impegno nella Convenzione non impedì a Stanton e Mott di curare altri ambiti socio-politici e le attività filantropiche e religiose, anzi Stanton fu una pioniera del movimento nutrizionista vegetariano e della lotta contro la crudeltà verso gli animali. Alla collaborazione con Lucretia Mott, Stanton accompagnò quella con Susan Brownell Anthony, anche lei quacchera, esponente dei movimenti abolizionisti e del femminismo liberale, fondatrice del settimanale “The Revolution” uscito il 1° gennaio 1868 con il motto: «La vera Repubblica, gli uomini, i loro diritti e niente di più; le donne, i loro diritti e niente di meno » Da quando s’erano incontrate, nel 1851, Stanton e Brownell non smisero di lottare per i diritti delle donne e insieme fondarono le Figlie della Temperanza: prima società femminile (statale) per la moralizzazione dei costumi e l’estirpamento della piaga sociale dell’alcoolismo. Anthony ne fu Segretaria dall’età di 29 anni. La Dichiarazione dei diritti e dei Sentimenti oltrepassò presto i confini dell’Unione dove, vent’anni dopo la morte di Elizabeth Cady Stanton e quattordici anni, cinque mesi e cinque giorni dopo quella di Susan Brownell Anthony, le Statunitensi ottennero il voto.

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