1946 il voto delle donne

84 1946: il voto delle donne Fiorenza Taricone Docente di Storia delle dottrine politiche, Università di Cassino e Consigliera Parità Provincia Frosinone Una mostra itinerante sul diritto di voto delle donne non poteva che essere complessa, anche solo per il fatto che si tentava di dare un’idea degli sforzi e della capacità di elaborazione che il movimento associativo delle donne, italiano, europeo e transoceanico ha messo in campo per molti anni. in Italia per più di un secolo, dalla prima Unità, attraverso due guerre mondiali e la Resistenza, fino al dopoguerra e a quella che il decreto luogotenenziale chiamava “concessione”. I libri di storia sono tuttora parziali e antidemocratici nell’omettere in gran parte, se non per brevi cenni, le tante voci, ma anche i tanti sacrifici che donne di ogni ceto sociale hanno affrontato per non essere più delle apolidi in patria. Ma neanche i media importanti, anche se questo settantesimo ha avuto una maggiore risonanza rispetto a dieci anni fa, nel sessantesimo, danno un’idea di quanta ricchezza di vissuti e di ricordi ci sia nell’intero paese. Una riprova l’abbiamo avuta proprio con questa Mostra Itinerante, che ha toccato luoghi istituzionali e non, capoluoghi e città meno note, musei, università, castelli e borghi medievali. Abbiamo così potuto tessere e raccontare una storia, quella suffragista, a studenti ignari delle lotte di quelle che hanno costruito una democrazia anche per loro, a rappresentanti delle istituzioni che erano lì, perché uomini e donne della Resistenza avevano posto le basi per una Repubblica democratica. Abbiamo avuto il privilegio di poter esporre, ma anche riporre con cura, foto inedite, come la giovane insegnante antifascista Lina Merlin in costume sardo, per poter meglio amalgamarsi con la popolazione delle terre dove l’avevano confinata, grazie alle amiche di Dorgali. Abbiamo esposto foto preziose di vecchie associazioni con la Presidente fondatrice, Isabella Grassi, ma tuttora vive e vegete come la FILDIS (Federazione Italiana Laureate Diplomate istituti Superiori) una delle patrocinatrici della Mostra, insieme al Consiglio Nazionale Donne Italiane e all’ANDE (Associazione Nazionale Donne Elettrici); abbiamo spiegato e fatto ammirare in tutta la loro autorevolezza i volti e i gesti delle 21 Costituenti, Madri della Repubblica, ma anche madri più antiche come Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff; abbiamo appeso pannelli colorati dalle copertine di libri e periodici nobili come “Noi Donne”; abbiamo reso evidenti i legami dell’associazionismo pro-suffragio con quello pacifista, soprattutto con la organizzatissima Unione Donne Italiane, ora Unione Donne in Italia. Abbiamo perfino mostrato un pannello composto solo di riferimenti bibliografici, sperando che le giovani leve o i loro insegnanti volessero approfondire. E quindi abbiamo lavorato, discusso, spacchettato, organizzato, scritto, polemizzato, sudato e brindato, ma abbiamo soprattutto avuto anche il privilegio di avere testimoni d’eccezioni fin dal debutto alla Casa Internazionale delle Donne, nel maggio 2016; tre donne cariche di anni e di esperienze ci hanno regalato il ricordo di quando avevano votato nel lontano 1946; e così è stato nel bellissimo complesso monumentale di Corciano, in compagnia di altre tre testimoni. Le altre voci, pazientemente raccolte da Maria Paola Fiorensoli e Gabriella Anselmi in tutta Italia, erano state narrate sui pannelli, delle più diverse: repubblicane, monarchiche, indifferenti, motivate, sole o in compagnia del marito o della famiglia, hanno provato l’emozione della prima volta. Magari votare non sarà stato paragonabile all’emozione di un sentimento, ma certamente hanno girato una pagina della storia, da cittadine.

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