1946 il voto delle donne

91 Prima tappa: Roma, Casa Internazionale delle Donne Eleonora (Nori) Sani (Ferrara 7 maggio 1924) Ho votato a Ferrara, dove risiedo. All’epoca del voto ero nubile e non partecipavo a nessuna attività. Non ricordo come ho saputo di poter votare e non ricordo nulla del dibattito sul voto, né di quella giornata ma ricordo di aver votato per la Repubblica. Ero molto innamorata, dovevo sposarmi. Pensavo solo a quello. • Fonte: Antonia Sani -Presidente WILPF-Italia, cognata di Eleonora. Egle Talamoni (Orvieto, 1° settembre1920) Ho votato per la prima volta a Orvieto, il 2 giugno 1946. Non ricordo se anche per le amministrative. Ho saputo del voto e quindi anche del diritto esteso alle donne, dai giornali, dalla radio, ma anche da membri della famiglia nella quale erano presenti anche alcuni attivisti politici nel partito comunista. Di quel giorno ricordo il movimento e le file per votare. Non ho percepito tanto l’importanza del fatto che per la prima volta potevano votare anche le donne. Più che come la conquista di un diritto l’ho vissuto come rispetto della nuova legge. Non mi sono mai interessata in prima persona di politica. • Fonte: Laura Sassi - sezione FILDIS di Roma Ilde Talamoni (Orvieto, 16 febbraio 1923) Ho votato per la prima volta a Roma, Montesacro, il 2 giugno 1946. Ho saputo del voto e quindi anche del diritto esteso alle donne, dai giornali, dalla radio, ma anche da membri della famiglia nella quale erano presenti anche alcuni attivisti politici nel partito comunista. Di quel giorno ricordo le 4 ore, più o meno, di fila dato l’elevato numero di votanti, tempo trascorso discorrendo e scambiandosi opinioni sulla circostanza. Ero emozionata ma non particolarmente. Non ho mai partecipato, in modo attivo, a movimenti femministi o a formazioni politiche, né c’erano state precedenti votazioni cui avrei potuto partecipare; non avevo provato personalmente l’esclusione dall’esercizio di un diritto. Inoltre, al tempo, neppure tutti gli uomini votavano per cui la discriminazione delle donne era meno evidente. In quel momento era molto più forte l’interesse per l’oggetto della consultazione in un clima eccezionale, pieno di incertezze, con un senso di disfacimento ma con la necessità di ricominciare una nuova vita su basi totalmente diverse. • Fonte: Laura Sassi -sezione FILDIS di Roma Maria Tomaino vedova Petronio (Nicastro di Lamezia Terme, 11 novembre 1917) Mi sono laureata all’Università La Sapienza di Roma nel 1939 in Lettere Classiche. Ho votato appena mi è stato concesso quel diritto e ho continuato ad onorarlo ad ogni chiamata alle urne. Negli anni dell’Università mi sono impegnata politicamente seguendo, con rispetto e totale libertà intellettuale, il pensiero legato ai dettami fascisti ma criticai aspramente e con forza la scelta di Mussolini di allearsi alla potenza tedesca e di seguire e attuare le leggi razziale. Ho sposato Giuseppe Petronio, medico generico, dirigente Inam. • Fonte FILDIS: La nipote, Iria Gabriele, ricorda il dialogo con la nonna, emozionata nel raccontarle la sua vita universitaria a Roma e che ‘le è sempre stata un grande esempio di nobiltà intellettuale’ Adalgisa (Rina) Zanotti Martinengo (Montacuto di Alessandria, 26 maggio 1924) Non ho partecipato ai comitati pro voto o ad associazioni e ho saputo di potere votare dai mezzi di comunicazione. Io ero impiegata e ho votato ad Asti dove oggi abito. C’era una grande attesa. La speranza nel futuro. Le donne non contavano nulla prima di allora. In una terra come il Piemonte, martoriata dalla guerra fratricida dopo l’8 settembre, si aspettava con molta speranza di poter votare. Sono andata a votare con tutta la famiglia e con mio marito, Mario Martinengo. Avevamo 22 e 23 anni ed eravamo già genitori. Io ero impiegata. Di quella giornata ricordo un grande entusiasmo. Da allora sono sempre andata a votare e seguo ancora con attenzione la politica e i dibattiti, rigorosamente sulla Rai. • Fonte FILDIS: La figlia, Gianna Martinengo, dice di lei: «È una donna ancora molto bella ascoltare i suoi racconti è un regalo sempre È la mia mamma » Adelina Zucchini Gualandi (Ferrara, 7 luglio 1920) Ho votato a Ferrara mentre adesso risiedo a Venezia Lido. Non ho mai partecipato all’associazionismo e non ricordo come ho saputo di poter votare. All’epoca ero impiegata all’azienda elettrica padana, coniugata e in maternità. Del 2 giugno ricordo che è stata una bellissima giornata. Ero molto fiera e sono andata a votare a braccetto con mia suocera, Serafina Gualandi, e la cugina di mio marito, Beatrice Giordani. Ci facevamo forza a vicenda. Da allora ho sempre votato,

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