1946 il voto delle donne

95 Seconda tappa: Castelluccio, Museo Etnografico “Laborantes” di Castello Manservisi Nella splendida cornice del Castello Manservisi di Castelluccio Alto Reno Terme (BO), e del suo Museo etnografico Laborantes, uno dei più importanti d’Italia, è stata inaugurata la seconda tappa del percorso itinerante sul territorio nazioanale della Mostra-Convegno 1946: il voto delle donne, esordita il 31 maggio alla Casa Internazionale delle donne a Roma. L’allestimento dei numerosi pannelli posti lungo un tragitto opportunamente studiato si è integrato molto bene con gli oggetti e la coreografia del Museo. Nella sala dedicata ai ricami è stato emozionante leggere le testimonianze di donne che in luoghi lontani nello spazio e nel tempo si erano dedicate a praticare questa arte. Durante la visita, guidata dalla citata, in queste pagine, Fiorenza Taricone, e Gabriella Anselmi (cit.), è stato possibile anche percorrere l’iter che ha permesso la realizzazione del progetto ideato da Maria Paola Fiorensoli. Un grazie affettuoso di riconoscenza e riconoscimento va sia a lei che a Irene Iorno. Due pilastri che con la loro passione, creatività e professionalità hanno reso possibile la trasformazione in realtà di un’idea geniale di grande attualità. Non è certo per caso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia conferito una Medaglia espressamente per il debutto. All’iniziativa, che ha riscosso grande interesse e successo, è seguito un ampio e approfondito dibattito, ricco di spunti su cui riflettere, cui hanno partecipato Ornella Cappelli (Vicepresidente Consiglio Nazionale Donne italiane-CNDI); Katia Graziosi (Responsabile dell’Unione Donne in Italia di Bologna), Marina Pivetta (direttora delle testate ‘Paese delle donne on line-rivista’ e ‘il Foglio de Il paese delle donne’); Elena Gaggioli (Vice Sindaca di Alto Reno Terme); Elena Torri (Sindaca di Lizzano in Belvedere); Roberta Mori (Consigliera e Presidente della Commissione “Parità e diritti delle persone” della Regione Emilia Romagna). Ospite d’eccezione, Lina Berti, vedova Sabattini – il cui marito fu ucciso durante la seconda guerra mondiale – che nel 1946 fu una delle votanti. Redazione Testimonianze raccolte dall’associazione Castello Manservisi Albertina Pozzi (Bagni della Porretta [BO], 2 aprile 1925) Sono nata a Bagni della Porretta e vivo a Gravellona Lomellina, piccolo paese della provincia di Pavia, ho avuto la fortuna di votare il 2 giugno 1946. La possibilità di votare, per la prima volta, data alle donne, aveva scatenato ovunque un’euforia indescrivibile. Finalmente anche noi contavamo qualcosa e, nei giorni precedenti al 2 giugno, si respirava dovunque un’aria di allegra. Alla mattina del giorno tanto atteso io, come tutte, avevo indossato l’abito più bello, mi ero messa a posto i capelli per essere, anche esternamente, pronta ad affrontare questa responsabilità. Verso le dieci, col papà e la mamma, uscii di casa invidiata da mia sorella, allora dodicenne, che, per l’età non poteva seguirci. Per strada incontrammo altri nuclei familiari che si dirigevano verso le scuole elementari dove erano stati preparati i seggi. La mia sicurezza però era solo esterna. Dentro di me c’era una gran lotta: votare per la monarchia o per la repubblica. La prima rappresentata da una famiglia che, per tutta la mia vita scolastica, era stata l’esempio da imitare. Inoltre i loro antenati, sicuramente per interesse, avevano aiutato l’Italia a unirsi, e, finalmente togliere quei piccoli stati sempre pronti a combattersi. La seconda scelta: votare per la repubblica, dove ogni cittadino poteva esprimere la propria idea e rispettando, in quel modo, gli ideali della mia famiglia. Il cuore mi batteva forte quando mi fu consegnata la cedola. Entrai nella cabina e mi trovai a dover risolvere il dilemma: dare la responsabilità ad una sola persona o a un popolo intero? Non ci furono dubbi: traccia la croce sul quadratino della repubblica. Sollevata e un po’ spavalda per la scelta, con passo sicuro, mi diressi verso l’urna dove lasciai cadere la scheda. Ero consapevole che il mio voto avrebbe contato poco in relazione ai numerosi votanti, ma, in questo modo, avevo contribuito a condurre l’Italia verso un nuovo destino. Ero ancora coinvolta in questa atmosfera, quando sentii le risate di alcuni presenti: una nonnina diceva di aver fatto due croci per non scontentare nessuno. Uscita nel corridoio, 2a tappa: Museo Etnografico ‘Laborantes’ di Castello Manservisi di Castelluccio Alto Reno-Terme (BO)

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