1946 il voto delle donne

117 Sesta tappa: Siracusa, Fototeca siracusana della sezione. * S. Alessio (1890-1964, esponente del movimento cattolico, in stretto contatto con Luigi Sturzo, sostenne lotte antilatifondiste, diresse “Il garofano bianco” e decadde da deputato (PPI) dopo la “protesta aventiniana“ (1926) Antifascista, referente siciliano del periodo formativo della DC, a Caltanisetta (1943) con Giuseppe Alessi e Bernardo Mattarella - di cui tenne a battesimo il figlio Sergio, attuale Presidente della Repubblica -fu Padre costituente, Alto Commissario per la Sicilia, Ministro, Presidente della Confederazione Cooperative Italiane; contrastò il banditismo e la mafia Rosa Galfano ved Taormina (Marsala, 1 gennaio 1924) Quando nel 1946 sono andata a votare per il referendum avevo saputo di questa possibilità dalla radio ma anche dagli amici e parenti. Con le amiche giovani come me eravamo molto emozionate perché potevamo votare per la prima volta. Fino ad allora ci era stato negato. Fra noi ragazze, i commenti erano che finalmente ci sentivamo pari agli uomini e potevamo partecipare alla vita della nazione. Inoltre avevamo contribuito al passaggio dalla monarchia alla repubblica. Questo ci esaltava e commuoveva. • Fonte: Maria Maddalena Carboni - Past President sezione FILDIS-Marsala Maria Gallè vedova Di Vita (Riesi [Caltnissetta], 16 novembre 1922) Nel 1946, seguivamo assiduamente i programmi Radio e mio padre era abbonato a molti giornali. L’argomento voto alle donne mi appassionava e ne parlavo molto con le mie amiche e tutte eravamo contente di non venire più escluse. Il giorno delle votazioni, insieme a mio padre, all’uscita dalla messa delle ore 12.00, sono andata a votare al Municipio di Riesi. Data l’ora, non c’era molta gente e non abbiamo dovuto aspettare molto. Ero felice ed emozionata, ho votato, e voterei ancora, per la Monarchia. • Fonte: Tina Algieri - Past President sezione FILDIS-Gela in collaborazione con Gabriella Urso, Presidente Club Garden La Ferula-UGAI Caltanisetta. Giuseppina Loreto (Avola, giugno 1921) Ho votato il 2 giugno 1946 per scegliere tra monarchia e repubblica. Ricordo di non aver avuto nessun dubbio su cosa scegliere, mio fratello era morto in guerra, il caccia su cui si trovava fu abbattuto nei pressi di Ustica. Ho sempre pensato che quella guerra voluta da Mussolini e dal Re era stata una rovina per il nostro paese, per tante famiglie italiane e per la mia famiglia in particolare. Ho votato per la Repubblica, felice di poter scegliere. • Fonte: Mariella Ubbriaco, Segretaria Nazionale FILDIS Luigia Maiorana vedova Turco (San Cataldo [CL], 1° luglio 1918) Sono madre di due figli. Nel 1946 si seguiva molto la radio e anche dai giornali e così ho saputo del voto alle donne. Ho pensato che era giusto: finalmente un poco di libertà. Il giorno delle votazioni, con una certa emozione, mi sono recata a votare con indosso la divisa di crocerossina: abito azzurro, grembiule bianco, velo bianco con la croce rossa sul petto e sulla fronte. Erano le ore otto. Ho votato nei locali del Consorzio Agrario, in via Sallemi, a Caltanissetta. C’era già un discreto numero di persone. Appena consegnata la scheda, sono andata in ospedale. • Fonte: Tina Algieri, Past President sezione FILDIS-Gela in collaborazione con Gabriella Urso, Presidente Club Garden La Ferula-UGAI Caltanisetta. Agata Patti vedova Maggio (Mazara del Vallo [TP], 21 aprile 1914) Ho votato a Mazara il 2 giugno del 1946. Il fatto delle elezioni era voce di popolo perché potevano votare anche le donne. Quindi l’emozione era molto forte anche perché sentivamo di avere in mano per la prima volta un grande potere. Io mi sentivo euforica insieme alle altre donne. Votando abbiamo contribuito alla realizzazione della Repubblica ed avevamo la speranza di poter superare il periodo difficile della guerra. Metterci alle spalle sofferenze e disagi. • Fonte: Maria Maddalena Carboni, Past President sezione FILDIS-Marsala Renata Russo Drago (Genova, 28 maggio 1923 - Siracusa) Di famiglia benestante, figlia unica, sono sempre stata vivace e un po’ ribelle. I miei genitori mi tenevano sotto stretta sorveglianza. Fui l’unica a non partecipare alla gita della mia classe, in terza liceo, a Portofino. Conservo la cartolina inviatami dai miei compagni. Quando arrivavano le vacanze ero disperata perché mi piaceva la scuola e perché rimanevo sola, non frequentavo nessuno. Con la guerra è arrivata anche per me più libertà di movimento. Ho iniziato gli studi universitari nella Facoltà di Lettere moderne a Genova ma li ho proseguiti a Bologna e poi a Pisa avendo dovuto sfollare perché i bombardamenti avevano si-

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