1946 il voto delle donne

19 Percorsi del suffragismo in Occidente politicamente più bui e sofferti della sua vita. Rientrata nel 1795 a Londra, nell’estate dello stesso anno intrapprese un viaggio in Scandinavia cui seguirà la pubblicazione del diario di viaggio, Letters Written During a Short Residence in Sweden, Norway and Denmark Dopo vari inutili tentativi di riavvicinarsi a Imlay, cercò di suicidarsi nel Tamigi. In seguito trascorse lunghi periodi in campagna, dove si ristabilì. In questo periodo iniziò la relazione tra Mary e il filosofo William Godwin, già conosciuto a casa di Joseph Johnson. Si sposarono a Londra il 29 marzo 1797. La felicità, purtroppo, durò poco. Mary Wollostonecraft si spense il 10 settembre 1797 a causa di una setticemia dopo aver dato alla luce la sua seconda figlia, omonima, Mary, futura autrice di Frankeinstein Il Prometeo moderno e moglie del poeta Percy Bysshe Shelley. In A Vindication of the Rights of Men, Letter to the Right Honourable Edmund Burke, Mary Wollstonecfrat scrisse: «La civilizzazione che ha avuto luogo in Europa è stata molto parziale e, come ogni consuetudine stabilita da una convenzione arbitraria, ha raffinato i modi a spese della morale dando vita a sentimenti e opinioni che non hanno radice nel cuore o peso nei più razionali meandri della mente. E che cosa ha arrestato il progresso della civiltà? La proprietà ereditaria e gli onori ereditari. L’uomo è stato trasformato in un mostro artificiale dalla classe sociale in cui è nato e dal conseguente privilegio che ha annebbiato le sue facoltà come il tocco di una torpedine. Se così non fosse, un essere dotato di raziocinio non avrebbe potuto fare a meno di scoprire, man mano che le sue facoltà si andavano sviluppando, che la vera felicità nasce dall’amicizia e da quell’intimità che si può godere solo tra pari.» Quella di Mary Wollstonecfrat è figura molto controversa e discussa anche da intellettuali femministe che, pur condividendone alcune idee, ritenevano la sua vita un modello da non seguire. Una «iena in gonnella», la definì Horace Walpole, il grande amico di M.me du Deffand. Per Harriet Martineau, l’Autrice di Society in America, Mary Wollstonecraft fu schiava delle passioni e quindi il contrario di quell’essere razionale e libero che teorizzava. Molte femministe vittoriane temettero che la sua figura ponesse un collegamento arbitrario fra il femminismo e la libertà dei costumi e che perciò finisse per danneggiare il movimento. Il voto alle donne: uno sguardo all’Europa di Vinzia Fiorino, Università di Pisa La rivendicazione dei diritti politici delle donne si pose contestualmente alla definizione di cittadinanza e di rappresentanza politica, princìpi cardini dei nuovi assetti politico-costituzionali. Questo rende evidente il fatto che i moderni sistemi politici liberali furono pensati e si andarono strutturando con la netta esclusione delle donne dal nuovo ordine politico. Il passaggio dalle società di antico regime alle società moderne segnò infatti per le donne la perdita di alcuni diritti e l’acquisizione di altri, ma fu soprattutto il delinearsi della sfera pubblica, contrapposta a quella privata, e la precisa definizione dei diritti politici, a rendere evidente l’assetto esclusivamente maschile della nuova cittadinanza politica. Volgendo lo sguardo all’Europa, la Rivoluzione francese del 1789 rimane, per numerose ragioni, il primo importante contesto storico di riferimento per le tematiche legate al riconoscimento dei diritti di voto alle donne: nei lunghi anni rivoluzionari, le donne francesi presero la parola e proferirono discorsi di contenuto profondamente politico in più momenti cruciali dello stesso processo. La separazione tra sfera privata e pubblica segnò una importante e duratura disparità: fu generalmente più facile ottenere il riconoscimento di alcuni diritti civili, mentre robustissime furono le obiezioni poste all’ingresso delle donne nella piena cittadinanza politica. La Rivoluzione francese, inoltre, contemplando sia il sistema censitario (in seguito alle costituzioni del 1791 e del 1795), sia quello universale maschile (secondo la costituzione del 1793, sebbene non applicata), offre le coordinate generali per cogliere le ragioni dell’esclusione delle donne dai due principali sistemi di rappresentanza politica moderna. Per quanto riguarda l’ambito civilistico, va ricordato che sebbene nel corso del processo rivoluzionario furono attuate due importantissime riforme (l’introduzione del divorzio nel 1792 – che rendendo il matrimonio un contratto civile riconobbe le donne come soggetti contraenti – e l’uguaglianza nel diritto successorio per cui sorelle e fratelli avrebbero equamente diviso le eventuali proprietà della famiglia di origine), la situazione mutò significativamente nel periodo napoleonico: sarà infatti il primo codice civile, il Code Napoléon del 1804, a delineare il nuovo profilo della famiglia borghese ottocentesca. Il testo, oltre a stabilire l’«obbedienza» che la moglie avrebbe dovuto riservare al consorte, ad escludere le

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