1946 il voto delle donne

Associazione Raichinas e Chimas (Radici e Germogli) – Dorgali (NU). Archivio di stato di Nuoro Si ringrazia la direttrice, Angela Orani Lettera dal confino di Lina Merlin alla madre, Giustina Poli Merlin Nuoro, 28 marzo 1929 Cara mamma, ho ricevuto il cappello, con la scatola in perfetto ordine È grazioso, mi sta bene e vi ringrazio Ora devo informarti di un fatto, che avrei voluto tenerti nascosto, per non turbare la tua esistenza tanto tribolata, specie in questi giorni, sacri alle gioie familiari ma così grande è l’angoscia, che non posso tacere Avevo chiesto, alcuni giorni or sono, il permesso di passare le feste a Dorgali ed ieri mi ero recata in questura per fare apporre la solita firma al libretto e per avere la risposta alla mia domanda Quando il commissario presentò al Questore la domanda stessa, egli mi tracciò un ‘No’ sottolineato cubitale Me ne andavo, rassegnata, quando mi sentii urtare alle spalle: «Signorina, se lei non cesserà di far propaganda antigovernativa tra i suoi alunni, io la manderò a Ustica» Mi volto, sorpresa, anzi, fulminata, tuttavia trovo la forza di rispondere: «ma io non fatto propaganda tra nessuno; mi dica, mi specifichi, permetta che le parli!» Le mie parole lo irritarono ancora di più, non volle ricevermi, non volle ascoltarmi, mi cacciò peggio d’un cane Arrivata a casa, pensai di rivolgermi al Prefetto, per esporgli brevemente il fatto, e per chiedergli di ricevermi allo scopo che mi siano specificate le accuse e per difendermi, soprattutto con la prova dei lavori scritti dei miei alunni Finora non ebbi alcuna chiamata, so però che il Prefetto è partito, credo per passare le feste in famiglia Ma io vivo in angoscia, tra mille dubbi Non ha voluto ricevermi e qualche pratica contro di me è stata inoltrata al ministro O ha rimandato l’udienza al suo ritorno? Da quando sono al confino, questa è la quarta accusa, o meglio, calunnia, che mi si fa La prima fu a Dorgali, senza che però mi si intestasse nulla, e mi costò il trasferimento a Orune, mentre le autorità sapevano chiaro e netto che io ero il capo espiatorio di beghe locali, in cui c’entravo meno che Pilato nel… [?] La seconda a Ourne, quando mi si fece una perquisizione per accertare se io avevo corrispondenza clandestina con una comunista E non mi trovò nulla, per il semplice motivo che io non corrispondevo con alcuno, né avevo mai avuto relazioni di alcun genere con i comunisti La terza fu qui, nell’estate scorsa, quando si affermò di avermi vista entrare nello studio dell’onor Mastino, e provai luminosamente che io non avevo rapporti con quel signore, ma davo solo lezioni alla figlia di una sua sorella e con il permesso del Prefetto Dinale In quella occasione rivolsi, per iscritto, preghiera al sig Questore, di provvedere perché, nell’avvenire, non mi si movessero, con troppa facilità, accuse infondate Ora, alla troppa facilità, si aggiunge la forma, che non saprei definire, perché se un funzionario ha diritto al rispetto nell’esercizio delle sue funzioni, mi pare che debba anche rispettare, e, semmai, dare un tono più calmo all’avvertimento che dovrebbe essere corredato da quelle notizie necessarie a chiarirmi la fonte da cui provengono Io non ho bisogno di dirti che la mia affermazione al Questore è la sola verità Perché non lo fosse, bisognerebbe che (continua alla pagina seguente)

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