1946 il voto delle donne

52 1946: il voto delle donne sione sulla famiglia: la Federici e la Cingolani da una parte, e la Merlin e la Mattei dall’altra. La discussione verteva sul come doveva essere definita la famiglia, intesa come ‘società naturale fondata sul matrimonio’. C’era chi non voleva la formula ‘fondata sul matrimonio’, e in questi giorni, in cui si sta discutendo sulle unioni civili, questo punto è quanto mai attuale. Va detto che sono state le donne, in particolare Teresa Mattei, che nella formulazione dell’Art. 3 (‘Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche e dalle condizioni personali e sociali’) hanno preteso che la parola ‘sesso’ fosse inserita al primo posto nell’elenco delle discriminanti. Ricordo inoltre il tentativo, da parte di alcuni parlamentari democristiani all’interno della ‘Commissione dei 75’, di escludere le donne dall’accesso alla magistratura. Le consideravano troppo emotive per poter giudicare ed emettere sentenze equilibrate, anche a causa del ciclo mestruale. Le donne italiane sono state protagoniste di grandi battaglie dal 1946 agli anni ’80, eppure ancora non si riesce a scalfire il famigerato ‘tetto di cristallo’ Durante la Seconda guerra mondiale le donne si sono ritrovate sole a reggere le famiglie. Molte sono entrate nel mondo del lavoro, costrette dall’assenza degli uomini partiti per il fronte. Molte, subìti i bombardamenti, sono state sfollate e hanno dovuto muoversi da sole con i figli, vivendo accampate e sinistrate. Questo ha provocato un enorme mutamento di consapevolezza, perché le ha costrette a essere protagoniste. Dopo la guerra e la partecipazione alla Resistenza, le donne sono rimaste molto di più nel sociale e nella scena pubblica rispetto a quanto accaduto in precedenza con la Prima guerra. Ancora oggi ci stiamo battendo per la parità. Ad esempio, tutta la lotta che abbiamo fatto, come Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, sulla doppia preferenza per avere parità di candidati uomini e di candidate donne nelle liste, ottenendo poi il 40%, fa parte degli strumenti che cerchiamo di mettere in atto perché si superi la tradizione di preferire un uomo a una donna sulla scheda elettorale. Sembra che le nate delle nuove generazioni non sentano le ingiustizie sociali come una privazione dei propri diritti. Cosa suggerirebbe loro, nel settantantennio del voto? Bisogna uscire dall’individualismo. Ricordo che, quando avevo 18 anni e facevo il liceo, uno dei motivi che mi portò alla ribellione contro la famiglia e contro il fascismo, fu il fatto che mi chiedevo Perché devo avere meno diritti dei miei compagni di scuola? Perché devo stare a casa alle otto di sera? Perché non devo avere le chiavi di casa? Oggi è prevalsa l’idea che l’avere sia più importante dell’essere, che conti più ciò che si possiede di ciò che si è. Inoltre, è passata la linea, venuta dal Reaganismo e dalla destra americana, che tutto sia comprabile e vendibile sul mercato. Alle giovani donne dico: prima di tutto, guardatevi dentro e domandatevi di cosa avete bisogno. Poi guardate fuori e vedete se c’è qualcuno che ha bisogno delle vostre stesse cose, e, se è così, datevi una mano per ottenerle insieme. * Marisa Rodano (Roma, 21 gennaio 1921), tra le fondatrici dell’UDI, ne ha presieduto il Comitato Provinciale romano e ne è stata la Presidente nazionale (1956-1960). Ha ricoperto le cariche di Consigliera comunale di Roma (1946-1956), Deputata (1948-1968), Senatrice (fino al 1972), Consigliera provinciale di Roma (1972-1979). È stata isignita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del titolo di “Cavaliere della Repubblica” (giugno 2016). ALLE DONNE DI ROMA CHE, UNITE AI SOLDATI E AL POPOLO NEI GIORNI DEL PERICOLO ESTREMO E DELL’INTREPIDA RESISTENZA, DIFESERO LA CITTA’ E LA PATRIA, SOCCORSERO I FERITI, CONFORTARONO I MORENTI, TUTTE AFFRONTANDO LA MORTE, MOLTE PERDENDO LA VITA, IL COMUNE DI ROMA E L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA PONGONO QUESTA LAPIDE CHE NE SIA RICORDO PERENNE E NE ONORI IL CORAGGIO, LA PIETA’, L’IDEALE DI LIBERTA’ E DI PACE 8-9-10 SETTEMBRE 1943 9 SETTEMBRE 1990 Targa sulle mura a Porta San Paolo posta il 9 9 1990 in ricordo dell’8 settembre 1943

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