1946 il voto delle donne

69 Consulta Nazionale, Comitato dei 75, Assemblea Costituente Le 5 madri costituenti della Commissione dei 75 Angela Gotelli, Maria Agamben Federici, Leonilde (Nilde), Angelina (Lina) Merlin, Teresa Noce La Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini, contò 5 donne e 70 uomini incaricate/i dall’Assemblea Costituente di stendere un progetto di Costituzione da sottoporre all’Aula. Angela Gotelli Albareto, (28.2.1905 – ivi, 21.11.1996) Laureata in filosofia e insegnante, partecipò alla stesura del Codice di Camaldoli (1943), documento programmatico di politica economica di riferimento per la futura DC. Partigiana nel parmense, trasferitasi a Roma (1945) s’impegnò nella Resistenza e nella formazione della DC al fianco di esponenti di spicco quali G. Lazzati, G. La Pira, A. Fanfani, G. Dossetti; aderì anche al gruppo politico del “Porcellino”. Madre costituente partecipò alla Commissione dei 75 (6 febbraio 1947) e, con Nilde Iotti, entrò nella Prima Sottocommissione per i diritti e i doveri dei cittadini. Deputata DC per tre legislature (1948, 1953 e 1958), Sottosegretaria alla Sanità(Governo Fanfani II e Governo Tambroni) e Sottosegretaria al Lavoro (Governo Segni II) dal 1951 al 1958, dopo aver lasciato Montecitorio fu Sindaca ad Albareto. Maria Agamben Federici (L’Aquila, 19.9.1899 – Roma 28.7.1984), Laureata in lettere e insegnante, dopo l’8 settembre 1943 entrò nella Resistenza romana. Madre costituente partecipò alla Commissione dei 75 e alla Terza sottocommissione sui diritti e doveri economico-sociali Deputata alla Camera dei deputati, nel collegio di Perugia, fece parte della XI Commissione per il Lavoro e la Previdenza sociale e della Commissione parlamentare di inchiesta sulla disoccupazione Nel 1947 fondò l’Associazione Nazionale Famiglie Emigrati (ANFE), presieduta fino al 1981 e in cui accumulò una grande esperienza sui temi dell’emigrazione. Nello stesso anno, insieme alla comunista Teresa Mattei, fondò l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo; un esempio della trasversalità con cui agivano, su obiettivi comuni, le Costituenti. Co-fondatrice (1944) e Presidente del Centro italiano femminile (CIF). Delegata nazionale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI). Sposò il commediografo aquilano Mario Federici, decorato con la croce di guerra per l’attività partigiana (1900-1975). Leonilde (Nilde) Iotti (Reggio nell’Emilia, 10 aprile 1920 – Poli, 4 dicembre 1999) Orfana del padre Egidio (ferroviere e sindacalista socialista), nel 1934, si laureò in Lettere all’Università Cattolica di Milano, contando tra i professori Amintore Fanfani, e per qualche tempo v’insegnò prima di lasciare la professione e dedicarsi alla politica antifascista. Iscrittasi al PCI dopo l’8 settembre 1943, entrata nella Resistenza prima come staffetta, poi nei Gruppi di Difesa della Donna di cui fu organizzatrice e responsabile, nel Dopo guerra presiedette l’Unione Donne Italiane di Reggio Emilia. Nominata dal PCI alla Costituente, iniziò quell’anno (1946) una lunga relazione amorosa con il Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti, di quasi trent’anni più anziano, sposato con altra Madre costituente, Rita Montagnana e padre di Aldo. Alla resa pubblica del legame dopo l’attentato a Togliatti (1948), seguì la separazione di lui dalla moglie e dal figlio e la creazione di una nuova famiglia di fatto con affiliazione di un’orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di uno dei sei operai uccisi da agenti della Celere durante una manifestazione operaia a Modena (9 gennaio 1950). Nilde Iotti, come le altre quattro nominate alla Commissione dei 75, svolse un ruolo importante nella stesura della Costituzione. Rimase a Montecitorio dal 1946 al 1999 e fu la prima donna a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato – la presidenza della Camera dei deputati – e a mantenere l’incarico per tre legislature tra il 1979 e il 1992; il più lungo mandato istituzionale rispetto a cariche istituzionali. Fu anche la prima donna comunista a sfiorare la Presidenza del Consiglio (1987), mentre nella storia della Repubblica fu la seconda candidata alla Presidenza della Repubblica. Ricoprì numerose importanti altre cariche: presiedette la Commissione bicamerale per le riforme istituzionali (dal marzo 1993 al 7 aprile 1994); presiedette la Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (1996-1999), di cui fu vicepresidente. Si dimise da ogni incarico per gravi problemi di salute e Giorgio Napolitano, suo vecchio compagno di partito, le scrisse una lettera pubblica, commemrandola nel 2006, nel discorso alle Camere durante il giuramento per la Presidenza della Repubblica.

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